Il Festival internazionale del fumetto di Angoulême, conclusosi da due settimane, è stato segnato da polemiche e accuse.
Nonostante l’apparente successo di pubblico, con un aumento di presenze stimato tra il 15 e il 20%, il festival è nell’occhio del ciclone per la gestione opaca della società organizzatrice, 9e Art+, e per la mancanza di dialogo con gli editori.
Il Ministero della Cultura francese si dice preoccupato per le accuse di cattiva gestione finanziaria e per il caso di una ex dipendente licenziata dopo aver denunciato uno stupro.
L’organizzazione nega qualsiasi legame tra la denuncia e il licenziamento, ma il Ministero della Cultura rimane vigile.
Stéphane Aznar, direttore generale di Dargaud, ha espresso forti critiche alla governance del festival, lamentando la mancanza di dialogo tra 9e Art + e gli editori.
Aznar ha anche criticato la selezione dei premi, giudicata troppo frettolosa, e ha minacciato di ritirare Dargaud dal festival se i problemi non saranno risolti.
Il Syndicat national de l’édition (SNE) ha chiesto una gara d’appalto trasparente per la gestione del festival, mentre il sindaco di Angoulême, Xavier Bonnefont, chiede di rinegoziare l’accordo con 9e Art+.
Il futuro del festival è incerto. Nonostante il successo di pubblico, le tensioni con gli editori e le preoccupazioni del Ministero della Cultura mettono in discussione la gestione del festival e la sua trasparenza. Un bando di gara per una nuova gestione potrebbe essere la soluzione per garantire un futuro più sereno alla manifestazione.