Premi "Invio" per passare al contenuto

Bastien Vivès, l’accusa di pedopornografia si arena a Nanterre

Il tribunale di Nanterre si è dichiarato territorialmente incompetente a giudicare il fumettista Bastien Vivès, accusato da diverse associazioni di aver realizzato disegni a carattere pedopornografico in due dei suoi album. Questa decisione, presa accogliendo la richiesta della difesa, rimanda il caso alla Procura, e al momento nessuna giurisdizione è investita del dossier.

L’avvocato di Vivès, Richard Malka, ha espresso grande soddisfazione, definendo la vicenda “la fine provvisoria di un processo alle streghe”. Vivès, 41 anni, doveva comparire a Nanterre con l’accusa di “fissazione e trasmissione di immagini a carattere pedopornografico”, un reato punibile con cinque anni di reclusione e 75.000 euro di multa. Anche le case editrici Les Requins Marteaux e Glénat, che hanno pubblicato gli album incriminati, erano sotto accusa.

Leggi anche: Bastien Vivès rinviato a giudizio per diffusione di immagini pedopornografiche
Leggi anche: La polizia protegge la galleria di Bruxelles che espone Bastien Vivès
Leggi anche: Festival di Angoulême: cancellata la mostra di Bastien Vivès

L’inchiesta era stata aperta nel gennaio 2023 in seguito alla denuncia di associazioni per la protezione dell’infanzia, riguardante gli album “Petit Paul” (Glénat, 2018) e “La décharge mentale” (Les Requins Marteaux, 2018). “Petit Paul” raffigura un bambino con un pene sproporzionato che ha rapporti sessuali con donne maggiorenni, mentre “La décharge mentale” narra di un uomo che ha rapporti sessuali con ragazze minorenni. Le associazioni denunciavano “rappresentazioni di minori in situazioni sessualmente esplicite, innegabilmente pornografiche”, affermazioni sempre negate dalla difesa.

Bastien Vivès, che si è espresso solo dopo l’udienza, ha ribadito di non aver mai incitato o fatto apologia della pedocriminalità nei suoi lavori, ma di aver realizzato album nella “tradizione del fumetto umoristico”. “Sono un artista. Sono qui per interrogare zone grigie, far riflettere, non sono un militante”, ha aggiunto, visibilmente emozionato.

Le associazioni, tra cui la Fondation pour l’enfance, hanno sottolineato l’importanza di bilanciare la libertà d’espressione con un “controllo di proporzionalità”, sostenendo che le immagini possono “costituire un trampolino per il passaggio all’atto” e che “l’arte non è al di sopra delle leggi”.

Nonostante le polemiche, che hanno portato anche alla deprogrammazione di un’esposizione a lui dedicata al Festival di Angoulême nel 2023 a causa di “minacce fisiche”, Bastien Vivès ha proseguito la sua carriera. Dopo aver risposto ai suoi detrattori con La vérité sur l’affaire Vivès (ottobre 2024), ha pubblicato a febbraio il primo volume della serie Lune de miel per Casterman, con il secondo volume uscito a maggio.

Commenta