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Un’inchiesta giornalistica mette il festival di Angoulême sulla graticola

Il Festival internazionale del fumetto di Angoulême, a pochi giorni dalla sua inaugurazione, è di nuovo al centro di polemiche. Questa volta, però, non si tratta di controversie artistiche o di scelte editoriali, ma di accuse ben più gravi che riguardano l’organizzazione stessa dell’evento.

Un’inchiesta pubblicata dal quotidiano francese L’Humanité punta il dito contro 9e Art+, la società che gestisce il festival dal 2007, denunciando una direzione “tossica” e una deriva commerciale che starebbe snaturando l’evento.

Tra le accuse mosse a 9e Art+ ci sono:

  • Sponsorizzazioni discutibili: la presenza di un logo ingombrante di una catena di fast food sui manifesti del festival, che solleva dubbi sull’indipendenza dell’evento e sulla sua attenzione alla salute dei giovani.
  • Aumento del prezzo del biglietto: un rincaro del 25% che, se da un lato non colpisce il pubblico prioritario, dall’altro rende il festival meno accessibile a molti appassionati.
  • Riduzione del numero di mostre: da 12 nel 2020 a 8 nel 2025, a favore di coproduzioni con gli editori che rischiano di favorire solo i “migliori offerenti”.
  • Gestione del personale problematica: un alto turnover di direttori artistici, accuse di “pratiche manageriali disgustose”, rischi di burnout e sovraccarico di lavoro per i dipendenti.
  • Un caso di violenza sessuale: una ex responsabile della comunicazione del festival avrebbe subito una violenza sessuale da parte di un collega durante l’edizione 2024, senza ricevere adeguato supporto dall’organizzazione.
  • Irregolarità finanziarie: la Chambre régionale des comptes de Nouvelle-Aquitaine avrebbe evidenziato nel 2021 fatture sospette tra 9e Art+ e un’altra società riconducibile allo stesso Franck Bondoux, fondatore di 9e Art+.

Il quotidiano La Charente Libre riporta la preoccupazione delle autorità locali, che si dicono pronte a chiedere spiegazioni a Franck Bondoux se le accuse saranno provate.

Nonostante le polemiche, Delphine Groux, presidente dell’associazione FIBD, ha ribadito la fiducia in 9e Art+, sottolineando l’esperienza e la dedizione del team.

Resta da vedere se queste accuse avranno un impatto sull’edizione 2025 del festival e sul futuro della sua organizzazione.

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