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Il fumettista Bastien Vivès ad Angoulême scatena una tempesta di polemiche

Last updated on 31 Dicembre 2022

Nel 2018, le librerie di catena Gibert e Cultura ritirarono dagli scaffali il libro Petit Paul, di Bastien Vivès. Il libro narra la storia di un bambino di dieci anni che subisce diversi rapporti sessuali. L’editore Glénat respinse le accuse di pedopornografia, ma lo scandalo esplose lo stesso. Oggi, a quattro anni di distanza, la storia si ripete: una petizione on-line chiede la cancellazione della mostra di Vivès dal Festival del fumetto di Angoulême 2023.

La petizione, firmata dal cofondatore del movimento Be Brave France, Arnaud Gallais, impegnato nella lotta contro la violenza sessuale sui bambini, ha già raccolto quasi 62.000 firme, con l’obiettivo di arrivare a 100.000, in modo da poter essere inserita tra “le 200 lotte più popolari su MyOpinions”.

«Se sto scrivendo questo, è perché al di fuori della sfera femminista, tutti tacciono. È il “networking”: gli artisti influenti non si esprimono, oppure lo fanno con molta discrezione», scrive sui social Emma, una fumettista che gestisce un blog, Emmaclit. Ha pubblicato diverse immagini in cui denuncia Bastien Vivès. Il suo post su Facebook ha avuto (ad ora) duemila condivisioni. Diecimila invece su Twitter.

Dal 26 gennaio al 12 marzo 2023 il Musée du papier di Angoulême ha dato carta bianca all’artista francese, già Premio rivelazione 2009 e autore di alcuni libri tradotti anche in Italia come Il gusto del cloro (Coconino) o Polina (Bao). Una mostra e una visibilità che esasperano il promotore della petizione, Arnaud Gallais: «Denunciamo la banalizzazione e l’apologia dell’incesto e della pedocriminalità organizzata dal fumettista Bastien Vivès attraverso i suoi libri e i suoi pericolosi commenti».

Oltre a Petit Paul, pubblicato all’epoca da Glénat in una collana erotica diretta dall’ex attrice porno Katsuni, Emma segnala altre produzioni di Vivès, come La décharge mentale. L’opera presenta «ragazze di 10, 15 e 18 anni che hanno rapporti sessuali con giovani adulti».

In un thread su Twitter scritto dall’account femminista Je suis Une Sorcière si denunciano altre opere ritenute “problematiche”, come Les melons de la colère, pubblicato anche in Italia col titolo Meloni di rabbia (Comicon edizioni). Qui una ragazzina che è stata violentata stupra il suo fratellino per “mostrargli” quello che sta passando.

Tutti possono trovare queste opere «scomode e di cattivo gusto», ammette a Libération Fausto Fasulo, vice direttore artistico del Festival di Angoulême. Ma aggiunge che il loro carattere «grottesco e rabelaisiano» impedisce di confonderli «con qualsiasi forma di banalizzazione dei crimini sessuali o di incitamento».

Da parte sua, di fronte alle critiche mosse a questi libri, Bastien Vivès ribatte che racconta storie tratte dal regno delle fantasie e dei tabù, proprie della letteratura pornografica, e lontane dal “realismo”. Di fronte alla marea montante, il fumettista dice di essere “completamente aperto al dibattito”. Il suo editore, Benoît Mouchart di Casterman, propone due dibattiti ad Angoulême: uno sulla libertà di espressione e l’altro sulla “rappresentazione erotica delle relazioni uomo-donna nel mondo post #MeToo”.

E, a proposito di una possibile cancellazione della mostra, Fausto Fasulo è lapidario: è “ovviamente esclusa”. Sarebbe un’enorme sconfitta.

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