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Bastien Vivès e i suoi editori denunciati per «diffusione di immagini pedopornografiche»

Last updated on 31 Dicembre 2022

La vicenda di Bastien Vivès si estende ora ai tribunali: pochi giorni dopo la cancellazione della mostra del fumettista prevista dal FIBD di Angoulême nel 2023, l’associazione Innocence en Danger ha confermato di aver presentato una denuncia per «diffusione di immagini pedopornografiche», «incitamento a commettere violenza sessuale su minori» e «diffusione a un minore di messaggi violenti».

La deuncia prende di mira Bastien Vivès e due dei suoi editori per La Décharge mentale (Les Requins Marteaux, 2018) e Les Melons de la colère (Les Requins Marteaux, 2011) e Petit Paul (Glénat, 2018). I primi due titoli sono stati pubblicati anche in Italia da Comicon edizioni, mentre il terzo è inedito.

Proprio Petit Paul è stato oggetto di controversie al momento della sua pubblicazione. Il libro ha come protagonista Paul, un bambino di dieci anni con un pene sproporzionatamente grande. Nel corso delle sue peregrinazioni, incontra vari personaggi, con la conclusione quasi sistematica in rapporti sessuali di vario tipo.

Al momento della pubblicazione, l’editore Glénat aveva «fermamente e categoricamente negato le accuse di pedopornografia di cui Petit Paul è oggetto. Per quanto oscena e provocatoria possa essere considerata, quest’opera di narrativa non intende in alcun modo minimizzare, promuovere o legittimare l’abuso di minori».

La casa editrice ha parlato di disegni satirici e di situazioni «irrealistiche». Nel 2018 era stata presentata una denuncia dall’associazione internazionale Face à l’inceste, archiviata pochi mesi dopo per «mancanza di reato».

La denuncia dell’associazione Innocence en Danger, sottolinea che i tre libri rappresentano «una provocazione per persone vulnerabili che che potrebbero pensare che tali relazioni siano la norma». Cita inoltre i commenti di Bastien Vivès rilasciati nel 2017 («L’incesto mi eccita da morire»), nell’ambito della promozione del fumetto Une sœur (Casterman), che non è oggetto della denuncia.

Per quanto riguarda gli editori, l’associazione sostiene che la messa in vendita dei libri contribuisce alla «banalizzazione dell’abuso sessuale su minori e alla della banalizzazione dell’incesto».

La procura di Parigi dovrà ora giudicare l’ammissibilità della denuncia dell’associazione.

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